Denti carminio, sofferenza rossa

Se avesse potuto sedersi meglio e guardare il ring da una migliore prospettiva…
Beveva dalla bottiglia, intanto.
Merda, quel cieco aveva avuto miglior fortuna!
Dal ring, il sudore dello sfidante grondava perifericamente, velocità angolare proporzionale ai colpi che subiva dal campione.
Dallo zigomo destro, il primo rivolo di sangue.
Scartava a sinistra,  abbassava la testa,  su con un montante.  Il campione e la sua facile disputa.
L’uomo della bottiglia sentiva il grugnito dello sfidante.
Il cieco invece  sorrideva. I suoi fogli davanti,  le mani attente a discernere area,  perimetro e solchi di grafite.
La folla eccitata.
Urla.
Lo sfidante, viso in tumefazione progressiva, in miscela di sudore e sangue.
E il cieco in posa immobile mentre emoglobina,  plasma e sali in acqua e sudore schizzavano il suo viso.
Sorrideva,  compiaciuto.
E il campione picchiava più forte.
Naso rotto.
Vedeva meglio adesso, la donna che gli sedeva davanti era andata via col compagno.  Troppo cruento il tutto.
Per lui invece quel tutto era diventato secondario,  funzionale solo all’impegno del cieco che, sorriso permanente, aveva l’indice sinistro a indugiare sulla  guancia, ne ricavava del rosso carminio vivo, sangue dello sfidante.
Lo fissava ormai. L’uomo della bottiglia fissava il cieco.
Lo guardava abbassare il dito dalla guancia sporca verso il foglio di solchi, rosso vivo carminio nei suoi interstizi d’arte.
Premeva,  il cieco. L’indice forte sul bianco e grafite.
E ne godeva.
– mio dio!… – Una donna gli sedeva accanto, disgustata.
Si voltó attirato dalla voce, le mostrò il suo sorriso e lei lo vide puntarsi drammaticamente la punta della matita sulla gengiva,  con energia fino a romperla e utilizzare nuovo carminio per la sua opera.
Se c’è un’osmosi della violenza da confermare, questa era l’occasione, perché Il marito della donna si alzò di scatto e con tragico furore colpì il viso del cieco.
Ancora.
E ancora.
Fogli con rivoli rossi in solchi di grafite sparsi per terra.
La carne di un uomo divelta in righe di ferite.
Rosso carminio sugli occhi di ghiaccio,  inespressivi e ciechi.
L’uomo della bottiglia cercò allora di raggiungere il cieco.
Iniziava a sentire la voce di lui.
Proveniva da terra.
Veniva colpito e gridava…
-Ancora!
Mancavano due file di persone per raggiungerlo…
-…ancora!  Aaaahhh; grida e parole.
Una fila di persone…
Rumori sordi di micro fratture.
Spinse il marito della donna, il quale finì a terra.  Questi fece per rialzarsi,  rifarsi sotto con lui,  ma la vista della bottiglia a mo’ di arma lo fece desistere.
Prese il cieco con un abbraccio,  lo rialzò,  il culo   ancora sul pavimento.
E quello cercava il plico di fogli…
Non gli disse nulla, si scostò da lui che lo aveva aiutato, con malgarbo.
Riprese a tentoni le carte.
Continuava con la sua opera…
Rosso carminio vivo,  solchi di grafite,  e adesso sale di lacrime del cieco.
Alzò la testa in alto,  sembrava cercare il suo salvatore tra la folla,  indirettamente.
-…non avresti dovuto fermarlo!  Non avresti dovuto fermarlo!  Hai capito??!! Voglio guardare anche io!!! Voglio guardare anche io!…
E piangeva…
Denti carminio,  sofferenza rossa…
Non parlava più,  ora. Osmosi al contrario,  il suo piccolo silenzio azzittì tutto il grande resto.
La folla ora guardava lui ed era diventata muta.
Dirigeva i polpastrelli sui solchi,  il suo sangue si mescolava al tutto e, sulla pelle del suo aggressore,  muto anche lui, il carminio del cieco si puliva ad ogni passata.
L’uomo della bottiglia invece, ebbe dell’arte fuoriuscire dal suo naso.
Che asciugò con un fazzoletto.
Che si tinse carminio.
Cadevano fogli bianchi dall’alto.
Ma nessuno poteva vederli.
Nessuno.
Non è  la realtà a nascondersi…
Sono i sensi che ci mancano…
(diegofanelli)
Nota dell’autore: ho riletto continuamente questo pezzo, in fase di correzione, con la seguente canzone nelle cuffie. 
Se vi va,  fate altrettanto.
Band: The xx
Song: Intro

7 pensieri riguardo “Denti carminio, sofferenza rossa

  1. Mmmm… interessante, molto curato nella forma (breve e rapido per i colpi inferti anche alla mente del lettore), da rileggere alcune volte per comprendere che la battaglia è nella testa o in un altro nonluogo… curiosità: scritto da Diego o da Nonìn? …. leggo gli altri… (bravo Diego. . Ne è passato di tempo, allora eri un angelo! Ahahahah)

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  2. A differenza di altri tuoi scritti non son riuscito ad afferrare bene il punto anche se non è detto ci sia sempre qualche punto da afferrare. Però, mi è piaciuto molto il modo in cui è scritto, il modo accurato ma non banale con cui hai narrato la vicenda e hai mostrato le azioni dei personaggi. Forse ad un certo punto si perde di vista il ring ma probabilmente è quello che volevi perché il vero match si combatteva al di fuori dal quadrato. Comunque bel pezzo, nel complesso mi è piaciuto.

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    1. Il punto c’è (condivido il fatto che non sempre debba esserci), ma è volutamente enigmatico.
      Mi fa molto piacere l’apprezzamento che hai espresso sulla forma, ho speso molta energia in tal senso.
      Infine si, il ring si è perso perché il combattimento “vero” era da un’altra parte.
      Grazie mille!
      Yo (eh eh!)

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      1. Sì, non avevo dubbi sul fatto che il punto ci fosse, ma spesso chi legge non lo trova o ne trova un altro (di punto) che chi ha scritto magari non immaginava nemmeno potesse esserci (un altro punto, intendo). Il bello è proprio questo 😉

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