#_MioTesto_#: Urlano i Tarsi?

Leggo-interpreto un mio testo: “Urlano i Tarsi?” (già pubblicato qui sul blog, in forma scritta).

E’ un inno al coraggio e alla rinascita, forse narrato in modo un po’ oscuro, ma è come la sofferenza di una Fenice prima della nuova vita…

Scritto qualche anno fa, ri-editato di recente, in occasione della partecipazione ad un Poetry Slam qui in zona…

Quando (e se) in futuro la mia memoria si aggiusterà, molto probabilmente lo reciterò senza l’ausilio del “gobbo” (lo smartphone!) e ne farò un nuovo video.

Nell’attesa, spero che comunque apprezzerete (o che segnalerete le vostre impressioni anche in caso negativo).

INFO circa il video:

testo: diegofanelli
lettura/interpretazione: diegofanelli

loop di base: estratto del brano “Corporate Presentation” di Scott Holmes (liberamente utilizzabile, scaricato dal sito freemusicarchive.org)

brano in sottofondo: “Madisin” di Jonas (liberamente utilizzabile, scaricato dal sito freemusicarchive.org)

Grazie per la visione.

Ciao!

TESTO INTERPRETATO (disponibile sul blog):

Devi andartene a fanculo!
Lascia che ti dica una cosa: non hai capito un cazzo!…Se solo pensassi meno a te stesso e guardassi al cielo non come un’estensione della tua stanza ma come il monolocale del cazzo di tutti, allora potresti capire. Ma con te non funziona così.
Vedi gli uccelli del cazzo che volano? Non sono tuoi, appartengono all’aria che ti circonda.
Tu invece credi che l’ossigeno sia emanazione di te e non il contrario.
La verità è che TU sei emanazione d’ossigeno! Tutti lo siamo.
Vuoi una prova?: respira, stronzo…respira fino in fondo.
Riesci a trattenerlo? No, lo devi per forza buttare fuori! Sei emanazione d’ossigeno, te l’ho detto, non viceversa!
Per questa ragione quel gabbiano non ti apparterrà mai.
Mettiti là sopra, su quel cornicione, forza, e osserva il suo volo, inspira potentemente…
Ecco, stronzo, lo vedi?
Per quanto tu possa aspirare tutta l’aria che vuoi, quel maledetto gabbiano non lo risucchierai, non si avvicinerà mai, NON TI APPARTERRA’ MAI!!!
E facciamo un’altra prova, va bene?: se tu tentassi di sbattere le tue braccia violentemente e ti spingessi in avanti, cosa otterresti stronzo?
Un bel BAM sull’asfalto!
Tu non lo possiedi quel gabbiano!, perchè non sei in grado di possederne il volo! Gestisce l’aria a suo piacere lui, la respira e ne fa cuscini invisibili su cui sostenersi placidamente; tu invece non puoi, non solo devi sputarla fuori quell’aria – e non puoi fare altrimenti – ma non puoi neanche lontanamente immaginare di volare!
Ridi, eh?
Buttati stronzo!
Buttati e non guardarmi!

(ahahaaha risatina isterica)
Ecco lo vedi, stai cadendo, stronzo!
Continuerai a cadere, e BAM, ti spiaccicherai al suolo…
(Silenzio, cambio di tono)

Era un uomo solo che urlava solo sul piano più alto di un grattacielo…
I suoi piedi scalzi feriti, tagliati: aveva salito a piedi le scale con uno specchio grosso tra le mani…saliva, si guardava riflesso e si parlava, mentre la base di ciò che trasportava – priva di protezione – tagliava i suoi tarsi…

Dopo il salto, solo lo specchio sulla piattaforma di un alto grattacielo e l’eco delle parole che aveva vomitato al sé stesso specchiato…

Un uomo che era vinto e vincitore…
Il primo, debole, rimasto intrappolato nella sua paurosa e irosa riflessione; il secondo, forte…
In volo…

Una lotta di personalità.

E adesso dimmi…
Come sono i tuoi tarsi?

Perchè nell’aria c’è del sangue…

– diegofanelli –

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