#salto19 – l’Universo e Nona Fernàndez

Di questa mia giornata piena, questa foto è l’alta marea che innalza la barca quel tanto che basta a scorgere qualcosa di prezioso, e prima nascosto.
Non aveva ancora un nome questa ricchezza scovata, e sarei portato a definire pura casualità l’averla incontrata; ma no, non commetterò quest’errore.
Stamattina stringevo il programma degli eventi del Salone Internazionale del Libro: in una sezione contenente solo autori di lingua spagnola, un elenco di nomi ospiti (a me conosciuti e non) mi prospettava la possibilità di scegliere.
Quasi senza pensarci, mi dico di lasciarmi guidare dal nome, e nient’altro.
Nona Fernàndez.
Mai sentita. Quindi ho deciso.
Ed è così che alle 17.30 di questa seconda giornata a Torino mi ritrovo in una sala in attesa di una persona senza sapere assolutamente nulla di lei.
È bastato pochissimo in termini di tempo: il suo eloquio straniero (tuttavia facile da comprendere), le parole che sceglieva dettagliatamente, la sua semplicità forte, hanno creato un piacevolissimo incanto che m’ha vinto, e m’ha lasciato, soddisfatto e grato di quest’amabile finta coincidenza.
La scrittrice poi ha raggiunto il suo massimo alla fine dell’intervento: al Salone ci sono state un bel po’ di polemiche per la possibile presenza di un editore neofascista (per fortuna scongiurata in extremis grazie al ritiro dell’accredito da parte dell’organizzazione), e Nona Fernàndez, cilena, interrogata in merito, risponde così:
“Ho una posizione molto chiara. Bisogna essere intolleranti con gli intolleranti”.
Era da giorni che mi chiedevo che posizione fosse più giusta tenere per la democrazia (all’interno di una democrazia). Ha sciolto i miei dubbi, con un’affermazione semplice eppure incontrovertibile.
Avevo bisogno di sentirmelo dire.
Ho trovato una cosa preziosa, e adesso posso darle definitivamente un nome: Nona Fernàndez.
È l’unico firmacopie che ho deciso di fare.
Ed è l’unica foto di oggi che ricorderò con particolare felicità.
Sono grato all’Universo per aver positivamente cospirato al verificarsi di questo incontro, e a me stesso, per aver risposto sì a un quasi impercettibile richiamo, che m’indicava di ormeggiare la mia nave in un porto ignoto.
L’alta marea s’è alzata, e io ho potuto ricevere tanto.
Grazie, Nona.
Leggerò i tuoi libri.
-diegofanelli-

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Il blog “noninundemonesolo” (e tutti i contenuti in esso pubblicati, eventualmente condivisi anche su altre piattaforme esterne al blog stesso), di proprietà di Diego Fanelli (aka – diegofanelli – ), email: diegobruges@gmail.com, è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.

Esperimenti di Verità, Caso, Fatalità. Coincidenze o comunicazioni particolari?

Ho letto “Esperimento di Verità”, di Paul Auster.
Un libriccino di 24 racconti (con l’aggiunta del “Racconto di Natale di Auggie Wren”).

Sulla scia inoltre di alcune interessanti (e precedenti alla lettura) chiacchierate con ALESSIA (profilo instagram: “profumo_di_inchiostro_e_carta”, seguitela, è davvero brava, una grande appassionata di libri!), ho raccolto tutte le riflessioni che ne sono derivate e ne è nato questo video.

Un discorso a braccio, poco impostato, istintivo.

(il video è nato, in principio, suddiviso in 3 parti; qui, è stato ricondotto ad un’unica soluzione)

Sostanzialmente: si cela qualcosa dietro il “caso?”
Cosa sono le “coincidenze?”
Racchiudono un mondo comunicativo dentro il loro mistero?

Cosa ne pensate?
Fatemi sapere, generiamo una discussione!

Beh, buona visione!

Vi ricordo il profilo Instagram di Alessia (se siete appassionati di libri non potete non seguirla, è davvero in gamba!): “profumo_di_carta_e_inchiostro”

I miei altri canali:
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Telegram: diegofanelli

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“Zood Walking?”

“Cristo, ho viaggiato nel tempo?!”

C’erano: una casa che non conosco e un ragazzo altrettanto sconosciuto.
Un sistema Windows vecchio sullo schermo di un PC.
Un lungo corridoio, verso il quale mi sentivo chiamato a compiere un atto non meglio definito, e una porta chiusa postagli alla fine come un traguardo.
Sullo schermo del PC le credenziali di Facebook del ragazzo in bellavista.

-dammi un foglietto -, gli ho detto, -mi devi promettere di memorizzare questa cosa: io tornerò nel futuro (sì, non appartengo a questo tempo!), ed ho la sensazione che questo passaggio cancellerà il ricordo di essere stato qui; io ti cercherò su Facebook, scrivi sul foglietto il tuo nome profilo; ora ci scrivo un messaggio per me: di contattare questo nominativo una volta tornato “in avanti” e poi vedremo cosa succederà…-

L’ho lasciato lì.
Mi sono messo a correre violentemente lungo il corridoio, convinto di adempiere così alla sua tacita richiesta; la porta si faceva sempre più vicina, paura a mille, ma non ho smesso di correre…
BAM!
…hey, sono ancora tutto intero, immerso in un fluido incredibilmente colorato, magicamente vivido e ricco di sfumature cromatiche…

Mi sveglio dal sogno, stamattina; sono in questo tempo; Muttley, il mio cagnolino, è in attesa di essere portato fuori per la solita passeggiata; ricordo improvvisamente un termine: “zood walking”.

Lo cerco su internet, ho i brividi al solo pensiero di trovarne conferma: qualora esistesse, se dovesse avere qualche riferimento coi viaggi nel tempo forse avrei la conferma di aver vissuto qualcosa di incredibile…

Ma niente da fare, missione fallita. Non esiste nulla di lontanamente collegabile ai viaggi temporali.
Allora mi metto alla ricerca del “biglietto.”
Ancora una volta nisba: nessun biglietto e nessun nominativo da cercare…

Aspetta un attimo mi dico: “nel sogno avevi la certezza che avresti dimenticato tutto e che il biglietto sarebbe servito a guidarti alla ricerca di un fantomatico individuo proveniente dal passato…”

…ma tu ricordi tutto e il biglietto non c’è.
Cazzo! Era tutta una cazzata, un sogno e basta!

Muttley è seduto davanti a me, il suo sguardo sembra avere un ché di malandrino…
“Muttley”, l’hai mangiato tu?
Ma il quadrupede malefico scappa via e io rimango a letto ancora un po’ turbato.

Sono di fronte ad un dilemma: probabilmente ho il cane “dio del tempo”, custode di un segreto che non potrò estorcergli mai…

…oppure è semplicemente il solito stronzetto, custode di una pazienza verso le mie immaginazioni fantastiche che (lui) non potrà estorcermi mai…a meno di un po’ di tempo passato a “torturargli” quelle splendide orecchie ad ali da “pipistrello.”

Ecco!: “zood walking” da oggi sarà per me il mio passarmi tra le dita quelle due meravigliose parabole che il piccoletto su quattro zampe si ritrova ad incorniciargli la faccia!

…mentre mi piace pensare che questo Universo, continui a custodire meravigliosi segreti dietro la coltre di incredibili modalità.

-diegofanelli-

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Tre

Stavo per aprire il portone di casa…

Si avvicinano tre ragazzini; uno di loro:
– Come si chiama? -, riferito al mio cagnolino.
– Si chiama Muttley.
– Bellissimo nome! Wow!
Con improvvisa energia, sorride ed esprime il gusto di pronunciarne il nome.

Un suo amico, il più alto, mi guarda ed afferma:
– La sua barba è bellissima! Complimenti! -.
Travolto da questa inaspettata corte di belle parole, mi sorprendo a rispondergli:
– …e deve ancora crescere! -, e gli mimo la variazione di altezza verso il basso.
– Wow, davvero! Fantastico!!!

Mentre sono preso da questa nuova esplosione di meraviglia, osservo che il terzo ragazzino, quello rimasto in silenzio, gioca contento con Muttley.

Ed è finita così,
mi hanno salutato ringraziandomi e sono spariti.
Sarà retorico, ma sono io che ringrazio loro.

Così come ringrazio l’universo,
il cui movimento misterioso ha incastrato quest’incontro, le quali motivazioni, non posso sapere.
È stato ieri sera.

– diegofanelli –

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