Wonderwall

Che caldo quel giorno.
V. ci invitò nella sua immensa casa di campagna.
Una decina di adolescenti d’età varia; i più grandi avevano, chi i motorini, chi gli scooter; i più piccoli li invidiavano.
Con MTV in heavy rotation sul televisore, V. interruppe il video di turno inserendo una VHS di un concerto degli Oasis, la band del momento.
Attaccarono con Wonderwall, e i due “bravi” ragazzi Gallagher ci sbatterono in faccia con strafottenza il sound che stava conquistando il panorama musicale mondiale.
G. cominciò a baciare P., li potevamo guardare tranquillamente – lo stavano facendo davanti a tutti -, e poi, sempre G., mise le mani sotto la maglietta di P.; da quel momento tutti noi altri riprendemmo discretamente a guardare la TV.
Sorpresi M. guardare con desiderio V..
Io, che ero steso su una sedia a sdraio, chiusi gli occhi e cominciai a immaginare L.: mi proiettai assieme a lei in camera sua, a guardarla come M. guardava V. e a occuparmi della sua maglietta come G. si preoccupava di stropicciare quella di P….
Pensai di chiamarla.
Aprii gli occhi.
Chiesi a V. di prestarmi la videocassetta.
Tornai a casa fiondandomi al telefono fisso, ma mia madre parlava con le mie zie nella stessa stanza dov’era installato l’apparecchio. Ne avrebbero avuto per molto a parlar di politica, lo sapevo, mentre io non volevo far altro che parlare con L. e trovare il coraggio di chiederle di vederci.
Andai nella mia camera e attesi.
Occhetto, Berlinguer, D’Alema si frapponevano tra me e quel dannato telefono.
Eravamo in quella parte dei ’90s in cui i cellulari erano ancora un lusso…
-diegofanelli-