Nothing Else Matters

Com’è che gli venne in testa di chiedermi di cantare Nothing Else Matters, non saprei dire.
Fatto sta che accettai! (mi intrigava molto la cosa); così, tre ragazzi, tra i sedici e i diciassette anni, si videro per qualche giorno a casa di uno di loro, le chitarre imbracciate da M. e G., e io, col testo di questo pezzone dei Metallica, a cercare di non fare troppi danni.
Negli anni ho sviluppato una certa abilità nel cantare – facendo anche qualche riuscita esibizione dal vivo -, ma nel lontano ’96, era tutto un po’ acerbo: canticchiavo Bon Jovi sotto la doccia, ok (e nelle orecchie della mia pazientissima cara amica G.), però, prepararsi per poi riproporre la cosa davanti a un pubblico era ancora troppo.
E la conferma non si fece attendere.
Riuniti con i compagni di sempre, M. e G. se ne uscirono così: “Hey, ma lo sapete che noi stiamo provando Nothing Else Matters dei Metallica? Diego la canta!”
Merda, ero fottuto!
Tirarono fuori le chitarre (ma dove cazzo le avevano??), e cominciarono col leggendario riff…
Ero imbarazzatissimo.
Non mi sentivo pronto.
Era come se non volessi rischiare di sbagliare, come se non volessi sporcare l’immagine perfetta autoproclamata di me stesso…
Boicottai il tutto dicendo di non ricordare per bene le varie parti.
Oggi, per fortuna, una delle lezioni che cerco di tenere sempre a mente (e non è facile, mortacci!) è: “Non aver paura di sbagliare. Non aver timore di rischiare, di esporti. Certo, non essere incosciente, ma, nei limiti del buon senso, vivi pienamente la vita, con le sue belle e le brutte figure!”
Insomma, una sana applicazione del: “fanculo, facciamolo!”
-diegofanelli-