Tag: Nome
Bangarang
-diegofanelli-
Mia nonna mi chiamava “Dieco”
Mia nonna mi chiamava “Dieco”.
Non so perché non gliel’ho mai fatto notare prima degli ultimi anni, fatto sta che alle mie correzioni reagiva sempre con la solita sequenza:
1- affermava – contro ogni evidenza – di pronunciare correttamente il mio nome;
2- rimproverava me di averla abituata male e che ormai fosse tardi per cambiare;
3- malediva bonariamente i miei genitori per avermi fatto frequentare la scuola! (?)
Però amavo quando mi chiamava così…
Era il suo modo.
Oggi una bambina, figlia di una mia carissima amica (Roberta, dai un bacio alla piccola Laura da parte mia), ha tenuto il punto con sua mamma nel chiamarmi “Lego”.
“Si chiama Diego…”
“Lego!”
È il suo modo.
E io ormai lo adoro!
-diegofanelli-
Il blog “noninundemonesolo” (e tutti i contenuti in esso pubblicati, eventualmente condivisi anche su altre piattaforme esterne al blog stesso), di proprietà di Diego Fanelli (aka – diegofanelli – ), email: diegobruges@gmail.com, è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
“UNA VITA DA FAVOLA” – La mia esperienza
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Sta arrivando Maggio
L’aria è fresca.
Le strade diminuiscono nei propri spazi vuoti e la gente brama cemento su cui passeggiare tanto quanto è golosa di gelati da gustare.
Io cammino con lui, che setaccia odori su lastricati sotto quattro zampette.
Io sono sereno.
Perdono l’ennesimo conoscente che mi saluta al suono di “Hey, DARIO!”…
Sta arrivando Maggio.
Trentanove.
-diegofanelli-
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Bambina 1 e bambina 2
Contesto.
Ora guardate il contesto…
Bambina 1 e bambina 2; bambina 1 in piedi a lato della bambina 2.
Bambina 1 ha delle forbici in mano…
Bambina 2 è inginocchiata, testa bassa, capelli lunghi, silenziosa.
Un flusso ondivago, di pensieri inespressi e frasi dette: non avete indicazioni sequenziali, nessun indirizzo che vi guidi, accettate o rifiutate di intendere…
Testo.
Ora vi è il testo…
Ti amo, sai? Oh sì, com’è bello amarti a porte chiuse sorella. Odore di buono in questa stanza, posso fidarmi delle serrature otturate dal mio chewing gum – faranno il lavoro di dilatare il tempo e darmi secondi indispensabili qualora ne avessi bisogno -, le finestre son chiuse, la tv è accesa e ho distorto quel tanto che basta il cavetto dell’antenna per generare l’interferenza che tanto mi aggrada e che tu tanto odi…
Ti amo sai? Oh sì, come fai ad essere così maledettamente bella, e questi capelli lunghi?…come fanno ad esserti scesi sulle spalle, arrivare sui seni nudi e rappresentarti ancora così fottutamente meravigliosa nonostante il rossore vivido, vivo e ancora pulsante sulle tue guance: quanti schiaffi ti ho dato sorella?…eppure tutto è ricaduto splendidamente come velluto di un sipario da palcoscenico, strapazzato da uno spettacolo violento ma che, una volta occultato da quel velluto che viene chiuso, ridona pace e splendore al luogo.
Sei il luogo!
Sei quel luogo che continuo a strapazzare quasi ogni notte, porte chiuse, tv accesa e cavetto distorto…
Chewing gum alle serrature…
Ora ti taglio i capelli sorella, preparati!
Contesto.
Ora ri-guardate il contesto…
Il padre arriva alla porta. Cerca di aprire. Trova chiuso.
Chiede alla moglie come sia possibile che le chiavi siano state lasciate al di là, disponibili alle bambine.
Testo.
Torna il testo…
– Ragazze, ma vi siete chiuse dentro?
– È stata Sara a chiudere, papà! È stata Sara!
– Sara, ora scendo giù perché ho da fare, ma ti dò dieci minuti di tempo per farmi trovare la porta aperta al mio ritorno. D’accordo?
Contesto.
Fine del contesto…
Il Chewing gum rimane lì, senza aver dovuto assolvere negli effetti pratici il suo lavoro, tornerà buono in futuro…
Intanto, il padre troverà la porta aperta…la notte passerà…
La notte passa e la mattina arriva, e sull’autobus che porta a scuola, una delle due avrà ancora il pensiero delle forbici nel cassetto a sua prossima disposizione; l’altra, masticherà forzatamente un chewing gum…che saprà di metallico di serratura…
Come si chiama colei che non mastica?
Può essere Sara, e può non esserlo: le cattiverie, solo pensate oppure attuate, scambiano i nomi senza escludere nessuno…
…e la cicca gommosa la mastichiamo tutti; e a volte, seppur nei sogni, la poniamo di contrasto tra le serrature…
Tra testi e contesti, da contestare e testare, e testare e ri-contestare…testare e contestare… contestare e testare…
Bambina 1 e bambina 2…
– diegofanelli –
NOTA: il tutto è stato scritto con in sottofondo, nelle cuffie, in loop, la canzone “So Far Away” degli Staind.
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