Sweetheart come

Com’eri bella, delicatamente seduta su quel sedile.
Roma era alle spalle; e i tuoi capelli, mettevano in rilievo il sorriso che rivolgevi a tuo padre e tua sorella, mentre il treno, ritmicamente sulle rotaie, batteva sussultoriamente verso i nostri corpi il classico rumore dell’andare.
Così, io mi facevo “lettore di movimenti” in una carrozza nell’anno 2002: verso sud, verso l’alto dal basso, verso tuo padre, verso tua sorella…e del mio, che sospendevo verso te.
Ti guardavo, immaginando di potermi muovere e raggiungerti con un bacio; e nella poetica, struggente frustrazione della mia volontà, una canzone nelle orecchie t’invitava…
“Sweetheart come…sweetheart come…sweetheart come…”
“Tesoro vieni…tesoro vieni…tesoro vieni…”
…contro il treno.
…contro ciò che testardamente fingevo di non volere.
…e finalmente conoscere il tuo nome.
-diegofanelli-