La Noce di Marie

Una noce aperta ti lascio, Marie, precisamente il suo gherìglio interno ancora unito.
L’ho stretto dolcemente toccandomici la fronte: è così rugoso e particolarmente agglomerato che sembra un cervello.
Lo poso sul letto mentre io m’addormento. Ora rotola all’indietro, supera solchi di lenzuola pulite e cade giù…
L’impatto arriva col pavimento, e così immagino che le idee di quel “frutto-mente” si disperdono…idee che ora puoi mangiare, in diaspora sotto le micro tumefazioni inferte dalle piastrelle.
Idee in noce, cervello in frutto.
Penso: ché Marie raccolga pure i pezzi di emisfero frantumati, e lo faccia con la sua lingua!
Che sia tramonto e sia alba, Marie, senza che ti manchino noci cadenti da lenzuola candide; espongano pure la propria natura razionale e istintiva all’urto tragico sul piano di mattonelle ottuse!…
Hai presente i tuoi sogni?
Sogna che il letto si inclini, Marie! E che favorisca la discesa di nuove noci, le pieghe del lenzuolo gli siano strada…
Il tuo muso toccherà quel magma cerebrale rugoso, ed esso, si frantumerà ancora sotto le tue fauci teneramente bramose: che il tuo naso segua ogni singola traccia odorosa di quei gherìgli di sapere; voglio che ti siano dono mentre dormo al di sopra del letto…affinchè tu possa, per una notte almeno, sapere quanto ti amo secondo gli anfratti della “mia” mente, dei “miei” modi di pensare, dei quali ti sei giocosamente rifocillata.
Perché ogni giorno ti guardo e so che non posso parlarti con la consapevolezza che le mie parole ti arrivino intese; cosicchè, io ti disperdo tanti piccoli gherìgli che prima hanno toccato la mia fronte…
Per osmosi, dal mio cervello, assumano l’essenza del linguaggio benevolo e benevolente che nutro per te; e tu nutriti di me, mangiami ogni lessico, fallo scrocchiare mentre mi appisolo…
Mangiami ogni lessico, te lo ripeto, componici frasi che ti siano sempre faro nel viaggio acqueo che ti porta all’amarmi…
E da cui, per mia fortuna, non conosci ritorno…

(diegofanelli)

Nota dell’autore: ho scritto questo pezzo (anche questo) con una splendida canzone nelle orecchie. Se vi va, fate altrettanto nel leggerlo.
Finirete molto prima di aver ascoltato tutta la canzone (dura 13 minuti circa), allora magari fate così: iniziate con l’ascoltare la canzone, appena ve ne sentite “presi” (vi consiglio di attendere un pochino), iniziate la lettura.
Band: Industries of the Blind
Song: Waiting and waltzing in airport terminals

Licenza Creative Commons
Il blog “noninundemonesolo” (e tutti i contenuti in esso pubblicati, eventualmente condivisi anche su altre piattaforme esterne al blog stesso), di proprietà di Diego Fanelli (aka – diegofanelli – ), email: diegobruges@gmail.com, è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.