Oggi è particolarmente per te

Oggi è particolarmente per te, mio Muttley.
Sono stato un po’ assente in questi ultimi giorni, ma oggi è per te.

Sarà per te sin dal momento in cui inserirò la chiave nella serratura – segno del mio ritorno dal lavoro -, sino a quando dirò la nostra tipica frase della sera (della quale conosci i suoni che ho la premura di riprodurti sempre uguali).

Io sarò con te, non andrò via…

Spesso rifletto su come il mio mondo sia variegato e ricco di sfaccettature; e poi penso a te, e particolarmente al fatto che le sfaccettature con cui tu puoi entrare in contatto, invece, passino sempre e soltanto attraverso di me; sostanzialmente non hai scelta, e mi rendo conto di  quanto questo, in fondo, non sia giusto: quante limitazioni l’averti qui ti costringe a subire!…

Lo so…
E non so affatto come districare questo dilemma, ma una cosa è certa: quando guardo nei tuoi occhi che in me vedono l’unica finestra sul panorama delle possibilità, io ne sento il peso; e per amor tuo, cerco di essere, ogni volta, la migliore versione di me.

Ti accarezzo, mio piccolo tornado; spero che ciò che ti faccio vivere, per quanto lontano dall’essere esaustivo delle tue necessita, ti sia almeno sufficiente a vivere una vita degna di essere vissuta.

Con amore, io ti ringrazio per il tuo donarti testardo e un po’ inconsapevole…

Tuo, Diego.

-diegofanelli-

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Il blog “noninundemonesolo” (e tutti i contenuti in esso pubblicati, eventualmente condivisi anche su altre piattaforme esterne al blog stesso), di proprietà di Diego Fanelli (aka – diegofanelli – ), email: diegobruges@gmail.com, è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.

Una testolina fiduciosa

C’era una luce meravigliosa, oggi; e una testolina si posava fiduciosa sulle mie gambe.
Mentre dava inizio ai più bei sogni che io possa augurargli, Muttley mi donava il suo tenero peso…
…e nel respirare l’aria di questa splendida cornice, un romanzo, tra le mie dita, finiva.

-diegofanelli-

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Tra i minuti più belli

Gli ultimi minuti di veglia della giornata.

Il divano, e la scelta tra un libro da finire o una puntata di una serie…

Gli occhi di Muttley mi guardano per qualche istante; poi iniziano a dar vita, chiudendosi, ad un mai domo sonnecchiare…

Sono tra i minuti più belli di ogni giorno.
La sospensione breve dagli obblighi…
L’odore di un altro essere tra le narici, che mi rende quasi un’eco d’animale…

-diegofanelli-

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“Zood Walking?”

“Cristo, ho viaggiato nel tempo?!”

C’erano: una casa che non conosco e un ragazzo altrettanto sconosciuto.
Un sistema Windows vecchio sullo schermo di un PC.
Un lungo corridoio, verso il quale mi sentivo chiamato a compiere un atto non meglio definito, e una porta chiusa postagli alla fine come un traguardo.
Sullo schermo del PC le credenziali di Facebook del ragazzo in bellavista.

-dammi un foglietto -, gli ho detto, -mi devi promettere di memorizzare questa cosa: io tornerò nel futuro (sì, non appartengo a questo tempo!), ed ho la sensazione che questo passaggio cancellerà il ricordo di essere stato qui; io ti cercherò su Facebook, scrivi sul foglietto il tuo nome profilo; ora ci scrivo un messaggio per me: di contattare questo nominativo una volta tornato “in avanti” e poi vedremo cosa succederà…-

L’ho lasciato lì.
Mi sono messo a correre violentemente lungo il corridoio, convinto di adempiere così alla sua tacita richiesta; la porta si faceva sempre più vicina, paura a mille, ma non ho smesso di correre…
BAM!
…hey, sono ancora tutto intero, immerso in un fluido incredibilmente colorato, magicamente vivido e ricco di sfumature cromatiche…

Mi sveglio dal sogno, stamattina; sono in questo tempo; Muttley, il mio cagnolino, è in attesa di essere portato fuori per la solita passeggiata; ricordo improvvisamente un termine: “zood walking”.

Lo cerco su internet, ho i brividi al solo pensiero di trovarne conferma: qualora esistesse, se dovesse avere qualche riferimento coi viaggi nel tempo forse avrei la conferma di aver vissuto qualcosa di incredibile…

Ma niente da fare, missione fallita. Non esiste nulla di lontanamente collegabile ai viaggi temporali.
Allora mi metto alla ricerca del “biglietto.”
Ancora una volta nisba: nessun biglietto e nessun nominativo da cercare…

Aspetta un attimo mi dico: “nel sogno avevi la certezza che avresti dimenticato tutto e che il biglietto sarebbe servito a guidarti alla ricerca di un fantomatico individuo proveniente dal passato…”

…ma tu ricordi tutto e il biglietto non c’è.
Cazzo! Era tutta una cazzata, un sogno e basta!

Muttley è seduto davanti a me, il suo sguardo sembra avere un ché di malandrino…
“Muttley”, l’hai mangiato tu?
Ma il quadrupede malefico scappa via e io rimango a letto ancora un po’ turbato.

Sono di fronte ad un dilemma: probabilmente ho il cane “dio del tempo”, custode di un segreto che non potrò estorcergli mai…

…oppure è semplicemente il solito stronzetto, custode di una pazienza verso le mie immaginazioni fantastiche che (lui) non potrà estorcermi mai…a meno di un po’ di tempo passato a “torturargli” quelle splendide orecchie ad ali da “pipistrello.”

Ecco!: “zood walking” da oggi sarà per me il mio passarmi tra le dita quelle due meravigliose parabole che il piccoletto su quattro zampe si ritrova ad incorniciargli la faccia!

…mentre mi piace pensare che questo Universo, continui a custodire meravigliosi segreti dietro la coltre di incredibili modalità.

-diegofanelli-

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Un tempo lento, stasera

Un tempo lento, stasera.

Una luce soffusa, un pizzico di retorica visionaria nel luogo sconfinato incastonato tra le orecchie, e il mio cagnolino sotto il tavolino le cui orecchie mi solleticano le gambe…

Un tempo lento, stasera.
Placida, delicata solitudine.

– diegofanelli –

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Mav e Dàigo #6

– 295 notifiche di auguri di compleanno, Mav!
– Se fai un post di ringraziamento che inizia con “Siete tantissimi…”, avrò difficoltà a parlarti per qualche giorno, Dàigo…
– Ma vorrei ringraziarli, Mav!
– Metti la foto del tuo cagnolino; un cagnolino sui social può tutto, anche sognare di ringraziare tutti e 295 in tua vece.
– Malefico e geniale, Mav!
– “BAU!”
– Ah…

– diegofanelli –

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Bellamente mi pressa

Prima di addormentarmi sul divano (rituale liturgico che seguo ogni pomeriggio di libertà), dò un’occhiata a quella famosa di Pessoa: che il poeta finge a tal punto che finge sia dolore il dolore che davvero sente…

Così,
tra il fingermi di meritare questo ristoro e la conferma reale delle mie stanchezze, mi distolgo dall’interesse di analizzarmi…

È comodo sprofondare in quest’ozio rubato: s’insinua nella realtà come un errore di parallasse sulle tacche della verità; mentre io, disteso come sono, vi guardo fuori asse…

Fingo, eppure dormo veramente.

Poetica del sonnecchiare…
…respirando la stessa aria del mio cane, ché le gambe bellamente mi pressa.

– diegofanelli –

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Un binario in fondo è un solco

Un binario in fondo è un solco.

Ciò che vi si trova a sinistra e a destra (in genere vegetazione), essendogli tendenzialmente sopraelevato, lo rende configurabile (usando un po’ di immaginazione) come uno scavo direttivo a base di due linee – ipoteticamente senza fine – a distanza costante tra di esse.

Sono in attesa alla stazione. Come ogni mattina.
Il treno è appena stato annunciato in ritardo, si tratta di un nuovo aggiornamento: ora 10 minuti, poco fa 5…ho la sensazione si accumulerà ancora…

E così io gioco al contrario, accumulo anticipo (tanto ho tempo da far passare): 5 minuti indietro, 10, 30, 240 (che sarebbero 4 ore; lo ricordo bene perché acquistavo le videocassette VHS vergini da utilizzare col videoregistratore e la durata vi era stampigliata sopra in minuti), 480 (2 VHS da 4 ore l’una)…arrivo a contare fino a 3 VHS da 240 fa: ieri pomeriggio, grossomodo le 18…

Passeggiavo col cagnolino, e mentre lo facevo mi tornava alla mente quanto sia utile per gli amati “quattrozzampe” modificare ogni tanto i percorsi battuti, spezzare la routine per consentire loro di ricevere nuovi stimoli olfattivi…
Cosicché proseguo dritto anziché svoltare a sinistra come di consueto; poi svolto sì a sinistra, ma più avanti, fino a ritrovarmi lungo il vialetto principale della villa comunale il quale tante volte – quand’ero bambino – ha sentito i miei piedi solcarlo, a tal punto, che ora posso immaginarmi come un treno che scorre lungo il binario che esso decido possa rappresentare; la vegetazione di sinistra e destra (le piante tagliate in forma spigolosa) divengono quindi la sopraelevazione che lambisce carrozze abilitate a scrutare tra i miei ricordi…

Ritrovo la fermata dove una bambina mi inseguì per ricevere la risposta alla sua letterina d’amore e dalla quale fuggivo imbarazzato (non gliela diedi mai; e da grandi lei mi ha restituito la pariglia, cazzo!); quella in cui alle elementari un bambino minacciò di abominevoli sofferenze un mio amico per un torto subito (a suo dire), lasciandomi cagato addosso dalla paura; e rivedo quella in cui una sera (molto più recentemente), seduti su una panchina, mangiammo tante buone “tette della monaca”, dolci meravigliosi che un’amica aveva portato da una cittadina del barese (ora però sto pensando alle tette più propriamente dette, ma questo è un altro discorso!…).
E ne scorrono tante altre dal vetro trasparente interposto tra i miei occhi e queste banchine fantasticate grazie alla magia del viaggio temporale a cui ognuno, in fondo, è costantemente abbonato…

Il solco scava ulteriormente nel terreno; si è abbassato (e si abbassa) quanto più il treno di me, di noi, vi è passato e continuerà a passare…

Tranne quello odierno – tornando ad un presente di chissà quante VHS da 240 minuti in avanti – per il quale (sono le 7.05) il ritardo annunciato è già salito a 30 minuti…

Non so se esistessero VHS da 30 minuti, e comunque, non credo esistano più in commercio VHS in senso generale; ma mezzi pubblici su binari, in ritardo, almeno di questa quantità – sono fottutamente certo -, purtroppo ancora sì.

INSERT CASSETTE – PRESS PLAY – CHIEDERE PASSAGGIO AD UN’AMICA…

“E VISSERO ABBONATI E SCONTENTI”

– diegofanelli –

(immagine: foto del vialetto della villa comunale, scattata ieri)

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Muttley e me

Si è messo zampe all’aria, mostrandomi la pancia.
L’ho accarezzato due o tre secondi e poi ho fatto per rigirarlo zampe in basso ma, irrigidendo una di esse e facendo leva sul mio avambraccio, è sembrato comunicarmi che no, due o tre secondi non fossero abbastanza.

Così ho ripreso ad accarezzarlo sul pancino e lui proseguiva a leccarmi il polso rimasto umido dalle abluzioni.
Rieseguivo con affetto piccoli graffietti sul suo ventre, stavolta facendo finta di terminarle dopo lo stesso intervallo di tempo: stessa reazione, non dovevo smettere!
Lo confesso, l’ho fatto un altro paio di volte; mi piaceva aver capito, ed indugiarvi, che ci fossimo sintonizzati a livello comunicativo.
Per ricompensarlo di questa sua pazienza ho concluso il tutto con una tripla razione di coccole in quella posizione, stavolta di durata indefinita.

Muttley non ha mai avuto accesso alla mia stanza da letto; è stata una regola che ho stabilito sin dall’inizio, che gli ho insegnato a rispettare e a cui lui si è sempre attenuto (se escludiamo le fasi dei temporali: lì ci entra per cercare protezione, con una carica di tenerezza tale verso la quale non posso e non voglio resistere).
Da pochissimo però ha iniziato a guadagnare metri verso il capo del mio letto ed io, più o meno consciamente, ho iniziato a fingere di non accorgermene…

…fino a due mattine a questa parte: sentendo la sveglia, raggiunge l’altezza del mio braccio, ancora con circospezione, e attende il mio risveglio per farsi accarezzare abbondantemente…

Io, pur sapendo di aver stabilito un’eccezione alla regola, d’ora in poi più delicata da gestire, mi sono reso conto di essere come lui prima – nel soggiorno -, nella stessa posizione a parti invertite: sono colui a pancia in su che chiede all’altro, hey, rimani ancora qualche secondo, mi sono mancati questi buongiorno che odorano di te…

Mentre sono ancora in bilico tra la veglia e il sonno e la mia mano si contorce in una danza col suo corpo alla ricerca delle medesime attenzioni, la natura mi confida il suo segreto…
…che si cambia, in moto perpetuo; e un cane non smette mai di obbligarti a farlo, interpolando le sue necessità sincere alla tua umanità.

– diegofanelli –
(la foto al mio piccolo tornado l’ho scattata io; meraviglioso vederlo correre, sembra proprio felice!)

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Tre

Stavo per aprire il portone di casa…

Si avvicinano tre ragazzini; uno di loro:
– Come si chiama? -, riferito al mio cagnolino.
– Si chiama Muttley.
– Bellissimo nome! Wow!
Con improvvisa energia, sorride ed esprime il gusto di pronunciarne il nome.

Un suo amico, il più alto, mi guarda ed afferma:
– La sua barba è bellissima! Complimenti! -.
Travolto da questa inaspettata corte di belle parole, mi sorprendo a rispondergli:
– …e deve ancora crescere! -, e gli mimo la variazione di altezza verso il basso.
– Wow, davvero! Fantastico!!!

Mentre sono preso da questa nuova esplosione di meraviglia, osservo che il terzo ragazzino, quello rimasto in silenzio, gioca contento con Muttley.

Ed è finita così,
mi hanno salutato ringraziandomi e sono spariti.
Sarà retorico, ma sono io che ringrazio loro.

Così come ringrazio l’universo,
il cui movimento misterioso ha incastrato quest’incontro, le quali motivazioni, non posso sapere.
È stato ieri sera.

– diegofanelli –

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